§Topo di biblioteca§
Mai titolo di rubrica fu più adeguato...e leggendo capirete perché...
L'estate è la stagione migliore per leggere. Non solo si ha generalmente più tempo libero, ma le più comuni fonti di "intrattenimento" invernali latitano, dal cinema alla televisione agli amici che, beati loro, sono già in vacanza, o, tapini loro, lavorano dalla mattina alla sera nell'infernale caldo cittadino e di tutto hanno voglia tranne che di uscire la sera...
Quindi l'estate è la stagione migliore per leggere.
Solo che non sempre si leggono i libri migliori d'estate. Anzi...
Chissà perché il sole, il caldo, l'aria di vacanza impongono la lettura di libri "leggeri". Avete mai visto qualcuno (oltre a me intendo) disteso sotto l'ombrellone con The Dubliners in versione originale? O Roahl Dahl, o anche Edgar Allan Poe o ancora un classico "perché leggere i classici" di Eco?
Devo dire che nonostante il mio risaputo snobismo letterario anch'io sono spesso caduta vittima dell'insostenibile leggerezza delle letture estive.
Il secondo di Faletti, il secondo di Nicholas Evans, uno qualunque di Nicholas Sparks, uno qualunque di Sophie Kinsella. Tutte letture estive di cui ti rimane sulla pelle solo un sapore agrodolce, un misto di crema abbronzante e sale marino, che lavi via a fine giornata. E il giorno dopo si ricomincia come niente.
Per fortuna tra le letture dimenticabili ce ne sono alcune che rimangono impresse.
Come Firmino di Sam Savage.
Per sua sfortuna nei media italiani è più noto per la sua presunta somiglianza con un libro di un gioralista italiano, La bibliotecaria, piuttosto che per la sua indiscussa bellezza.
In effetti se si voleva parlare di plagio si potevano citare ben altre opere. Avevamo già visto il mondo attraverso gli occhi di un topo, soprattutto nei fumetti (non solo quelli destinati ai bambini, un esempio per tutti Maus di Art Spiegelman) così come c’eravamo già imbattuti nelle blattelle divoratrici di libri di Daniel Weiss (Gli scarafaggi non hanno re).
L'idea può essere simile ma il punto è come viene realizzata e messa in opera. E' questo che distingue un libro dall'altro. E, per essere più precisi, un libro buono da uno incantevole.
E se La bibliotecaria è un buon libro (per non dire discreto) Firmino è un libro incantevole.
Quindi non parliamo di plagio, ma di letture.
Sembrano davvero pochi in effetti ad aver letto i due libri e a questo punto devo dirvi che io l'ho fatto. E non in seguito a questo gran circo mediatico che si è scatenato intonro ai due libri. No.
Sono stata, mi rincresce dirlo all'autore, una delle poche persone ad aver letto Marta la tarma nella prima versione, anno 2000, casa editrice Guida.
E se volete sapere cosa ne pensa una che ha letto entrambi i libri in tempi non sospetti...fate un salto!
Firmino non fa in tempo a imporsi nelle librerie e a entrare nelle case dei lettori italiani che partono le accuse di plagio, Ciccarone è agguerrito e, essendo giornalista, sa bene come muoversi. E parlando di giornalisti, la stampa italiana a corto di notizie come tutte le estati parte in quarta con una serie di articoli determinati a enumerare le "numerose e innegabili" somiglianze tra i due libri. Peccato che quando confrontano i due incipit trovandoli uguali confrontano in realtà pagina 3 di Firmino e pagina 19 di La bibliotecaria. Peccato che quando parlano di somiglianze negli "appetiti sessuali" dei due protagonisti (entrambi infatuati della sorella) dimenticano che nel mondo animale non si osserva una "discriminazione" tra genitori, fratelli, nipoti e simili a livello sessuale (dico ma questi giornalisti hanno mai avuto un paio di gatti? hanno mai visto una stalla da vicino? Hanno mai acceso Discovery Channel? Così tanto per sapere). Peccato che arrivano a considerare la presenza del libro di Ciccarone in una delle biblioteche di Yale, dove Savage ha insegnato, una prova del plagio. Come se i docenti universitari leggessero tutti i libri presenti nelle biblioteche delle loro università...seeeee. Ma tanto per avere un'idea del tono di questi articoli date un'occhiata a quello firmato da Serino per Repubblica "Una tarma di nome Firmino".
Per fortuna ci sono anche giornalisti che non si limitano a "riportare" quel che si dice in giro ma scavano per trovare qualcosa di nuovo e magari già che ci sono qualcosa di vero. E' quello che fa Irene Bignardi sempre per Repubblica nel bell'articolo che dà, finalmete, a Savage una sorta di diritto di replica. "Quel topo sono io". Di cui vorrei citare giusto un passaggio illuminante.
«Il mio editore me lo ha comunicato. Ma mi lasci dire prima di tutto che io non parlo e non leggo l' italiano. E che non ho mai sentito parlare di questo scrittore o del suo libro prima che l' editore mi informasse della cosa qualche settimana fa. Ho sentito anche che qualcuno sostiene invece che io non solo leggo l' italiano ma avrei letto il libro in questione nella biblioteca di Yale nel 2003 in quanto insegnante dell' università, e che non ho mai risposto alle email che chiedevano chiarimenti. La verità è che io non ho mai messo piede nel campus di Yale dal 1979, e non ho mai ricevuto email sull' argomento. Penso che nessuno dei lettori di Firmino crederà che io sia così incapace di generare idee personali da dover rubare da uno sconosciuto romanzo scritto in una lingua che non sono in grado di leggere. Quanto agli animali intelligenti che raccontano, risalgono ai tempi di Esopo e sono numerosi come le foglie di un albero. Non parliamo dei topi che anche lei citava. In America c' è un famoso romanzo raccontato da uno scarafaggio che vive in un ufficio e la notte scrive poesie su una macchina per scrivere. Io, tuttavia, non ho pensato per un attimo che la persona che mi accusa di plagio abbia rubato il suo insetto dalla storia dello scarafaggio americano. E lo stesso mese che Firmino è uscito negli Stati Uniti è stato pubblicato un altro romanzo il cui narratore è una tartaruga. Qualche critico ha citato la coincidenza. Nessuno ha parlato di plagio. La questione è troppo sciocca perché se ne parli seriamente».
Il fatto è che conoscevo Ciccarone come scrittore per ragazzi. Suo il bel La strana storia del pesciolino rosso, del bambino e della favola che non poteva finire così.
Così quando in una di quelle librerie che non vendono anche caffè. pop-corn e cornetti, una di quelle piccole, dove i libri sono ancora ordinati in maniera un po' confusa sugli scaffali, ritrovo il libro di Ciccarone, quello per ragazzi, mi viene voglia di chiedere al proprietario se ha altri libri dello stesso autore. Lui ci pensa un po' su e poi fa "Per ragazzi no. Però ci sarebbe questo qui. E' appena uscito, non è male". Incredibile, un librario che legge i libri che gli arrivano in libreria prima di venderli, allora Babbo natale esiste! Detto fatto lo compro. E rimango un po' delusa.
Non che il libro sia brutto, solo usa un linguaggio un po' ridondante un po' troppo forbito, ci sono continui giochi di parole e nagrammi (il titolo è solo un esempio) e le citazioni (all'inizio *davvero* troppe) fanno perdere un po' il ritmo della storia. Poi c'è tutta la sottotrama ecologista, in un epoca non sospetta perché diciamolo Al Gore non era ancora "il salvatore dell'ecosistema"...Un po' pretenziosa, a dirla tutta, con la prevedibile rivoluzione degli insetti contro l'uomo "distruttore della natura". Sarà che sono appassionata di Miyazaki uno che la natura la sa raccontare e valorizzare come nessun altro, ma questa storia di insetti mi sembra tanto una storia molto umana.
Come se Marta e company fossero lì non per raccontare la loro storia, ma per mostrare, attraverso i loro cento occhi una versione al vetriolo del mondo degli uomini che ne svela meccanismi perversi e assurdità. L'intento è satirico più che narrativo. Non a caso Marta è un personaggio scomodo, scontroso, fastidioso. Cerca la rivoluzione non l'integrazione. Sarà la sua anima gemella, la bibliotecaria che dà il titolo al libro, a mostrarle una via "alternativa", quella della comunicazione.
Insomma un libro gradevole, ma molto diverso e nel complesso molto meno risolto e riuscito di Firmino.
Firmino è una fiaba, nel senso più classico del termine. Della fiaba ha infatti la natura affascinante e il sapore agrodolce.
Rifiutato tanto dal mondo umano che da quello animale, abbandonato dalla sua stessa famiglia, Firmino è alla costante e disperata ricerca di un punto di contatto, di una strada che gli consenta di reintegrarsi nella realtà che lo circonda.
I libri sono solo per poche pagine un nutrimento, diventano presto un rifugio, una nuova casa, uno strumento attraverso cui costruire un nuovo mondo.
Eppure proprio ciò che sembra inizialmente salvarlo, finisce per condannare Firmino a una nuova solitudine, quella dell'unicità. "Un topo letterato è un topo abbandonato". Incapace di comunicare con gli umani a cui si sente spiritualmente affine e che mitizza, orami inabile a relazionarsi con i suoi simili proprio a causa della passione che lo ha salvato e reso "diverso", Firmino è sempre più solo.
Più cresce il suo amore divoratore per i libri, più la vita di Firmino diventa difficile e più diventa difficile per lui continuare a nutrirsi di libri. Ecco allora che il topo letterato uscirà nel mondo alla scoperta di nuove fonti di nutrimento per il suo corpo ma soprattutto per la sua fantasia. La scoperta del cinema, del suo "faro" Fred Astaire e della sua "bellezza" Ginger Rogers, l'incontro con il suo alter ego umano, lo scrittore che sogna di essere, e quello con la durezza della realtà svelata nel finale fiabescamente tragico, portano Firmino a crescere e noi con lui.
Il paragone con la dolcezza nera di Dickens, credetemi, non è azzardato. Come in Dickens anche qui la scrittura è semplice, mai autocompiaciuta, le citazioni non sono sovrabbondanti, ma necessarie, disposte in modo da costruire un mondo intessuto di centinaia di altri mondi.
Come nel miglior Calvino, quello di "se una notte di inverno un viaggiatore" o della trilogia.
Savage ha trovato un modo per farci amare e leggere quello che lui per primo ha amato e letto.
E forse è questa la qualità che distingue Firmino da tutti gli altri libri di "animali letterati" che ho letto: la purezza dell'amore per i libri che si respira nelle sue pagine.
Firmino ci ricorda la prima volta ch abbiamo preso in mano un libro e ce ne siamo innamorati.
Detto questo vorrei solo dare un dato.
Stampato da un editore indipendente in 1000 copie, Firmino è esploso grazie al passaparola dei lettori fino a diventare il caso letterario dell'anno.
Anche la bibliotecaria è stato stampato da una casa indipendente in mille copie, ma è presto scivolato nel dimenticatoio. E' stato ripubblicato ora da Fanucci (tra l'altro con alcuni cambiamenti che lo rendono significativamente più simile al libro di Savage, come il titolo, la copertina e alcune modifiche della trama...) sull'onda delle polemiche e di una sfida lanciata provocatoriamente dal nuovo editore "Se vi è piaciuto Firmino Marta la tarma vi incanterà".
Mi spiace dire che se vi è piaciuto Firmino (o se vi piacerà) mai potrete rimanere incantati da La bibliotecaria, ma può anche essere vero il contrario...Rifiutato tanto dal mondo umano che da quello animale, abbandonato dalla sua stessa famiglia, Firmino è alla costante e disperata ricerca di un punto di contatto, di una strada che gli consenta di reintegrarsi nella realtà che lo circonda.
I libri sono solo per poche pagine un nutrimento, diventano presto un rifugio, una nuova casa, uno strumento attraverso cui costruire un nuovo mondo.
Eppure proprio ciò che sembra inizialmente salvarlo, finisce per condannare Firmino a una nuova solitudine, quella dell'unicità. "Un topo letterato è un topo abbandonato". Incapace di comunicare con gli umani a cui si sente spiritualmente affine e che mitizza, orami inabile a relazionarsi con i suoi simili proprio a causa della passione che lo ha salvato e reso "diverso", Firmino è sempre più solo.
Più cresce il suo amore divoratore per i libri, più la vita di Firmino diventa difficile e più diventa difficile per lui continuare a nutrirsi di libri. Ecco allora che il topo letterato uscirà nel mondo alla scoperta di nuove fonti di nutrimento per il suo corpo ma soprattutto per la sua fantasia. La scoperta del cinema, del suo "faro" Fred Astaire e della sua "bellezza" Ginger Rogers, l'incontro con il suo alter ego umano, lo scrittore che sogna di essere, e quello con la durezza della realtà svelata nel finale fiabescamente tragico, portano Firmino a crescere e noi con lui.
Il paragone con la dolcezza nera di Dickens, credetemi, non è azzardato. Come in Dickens anche qui la scrittura è semplice, mai autocompiaciuta, le citazioni non sono sovrabbondanti, ma necessarie, disposte in modo da costruire un mondo intessuto di centinaia di altri mondi.
Come nel miglior Calvino, quello di "se una notte di inverno un viaggiatore" o della trilogia.
Savage ha trovato un modo per farci amare e leggere quello che lui per primo ha amato e letto.
E forse è questa la qualità che distingue Firmino da tutti gli altri libri di "animali letterati" che ho letto: la purezza dell'amore per i libri che si respira nelle sue pagine.
Firmino ci ricorda la prima volta ch abbiamo preso in mano un libro e ce ne siamo innamorati.
Detto questo vorrei solo dare un dato.
Stampato da un editore indipendente in 1000 copie, Firmino è esploso grazie al passaparola dei lettori fino a diventare il caso letterario dell'anno.
Anche la bibliotecaria è stato stampato da una casa indipendente in mille copie, ma è presto scivolato nel dimenticatoio. E' stato ripubblicato ora da Fanucci (tra l'altro con alcuni cambiamenti che lo rendono significativamente più simile al libro di Savage, come il titolo, la copertina e alcune modifiche della trama...) sull'onda delle polemiche e di una sfida lanciata provocatoriamente dal nuovo editore "Se vi è piaciuto Firmino Marta la tarma vi incanterà".
Certo il dato rimane. Al di là delle polemiche e dei facili sensazionalismi i lettori hanno già fatto la loro scelta. Firmino, come tutti i cult, è stato "adottato" dai suoi lettori, a dispetto delle circostanze della sua nascita.
Non mi resta che auurarvi buona lettura estiva, qualunque lettura scegliate....
Bax
Saki
Umore: riflessiva
2 commenti:
Perche non:)
quello che stavo cercando, grazie
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