lunedì 25 febbraio 2008

La metafisica di Amélie


§Topo da biblioteca§

Indubbiamente ciascun essere ha, nell'universo dei libri, un'opera che lo trasforma in lettore, posto che il destino favorisca il loro incontro. Quello che Platone disse della metà amorosa - l'altro che circola chissà dove e che conviene trovare, salvo restare incompleti fino al giorno del trapasso - è ancora più vero per i libri.

Amélie Nothomb, Dizionario dei nomi propri, Voland


Il primo libro che ho letto di Amélie non mi ha trasformata in lettrice. Il merito del mio incontro con la lettura va a Anne of Green Gable di Lucy Maud Montgomery.

Amélie, però, è senz'altro la mia "metà amorosa letteraria". I suoi libri mi completano. Completano il mio immaginario, il mio universo fantastico, nutrono i miei sogni.
Ho fame dei suoi libri, come lei dichiara di avere fame di cioccolata (meglio se bianca e belga...)
nella sua "Metafisica dei tubi" dove racconta della sua vita dagli 0 ai 4 anni (perché dopo, a suo dire, non è più successo nulla di interessante...)


Come si fa a non restare folgorati da frasi come:

Gli occhi degli esseri viventi possiedono la più straordinaria delle proprietà: lo sguardo. Nulla è più eccezionale dello sguardo. Quando parliamo delle orecchie delle creature non diciamo che hanno un 'ascoltardo', oppure, delle loro narici, che hanno un 'sentardo' o un 'annusardo'.

Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell’orifizio di un lavandino. Per vivere bisogna essere capaci di non mettere più sullo stesso piano, al di sopra di se stessi, la mamma e il soffitto. Bisogna rinunciare a uno dei due e decidere di interessarsi o alla mamma o al soffitto. L’unica scelta sbagliata è quella di non fare una scelta (…)

Nei salotti si incontrano persone che si vantano, a voce alta e convinta, di essersi private per venticinque anni di questa o quella delizia. Si incontrano anche grandissimi idioti che si gloriano di non ascoltare mai musica, di non aprire mai un libro o di non andare mai al cinema. Ci sono anche quelli che sperano di suscitare ammirazione per la loro assoluta castità. Dopotutto è giusto che se ne vantino: non avranno altre soddisfazioni nella vita

Oppure a ridere di tenerezza di fronte a:

Avrei chiamato quell'elefante Elefante : era un bel nome per un elefante.

Per fortuna Amélie è una scrittrice ossessiva. Pubblica un nuovo libro tutti gli anni, rigorosamente a fine agosto, tanto che un famoso critico francese ebbe a dire "quando recensisci l'ultimo della Nothomb parti prevenuto: segna la fine delle vacanze!"
A meno di 40 anni ha già pubblicato più di 20 libri.
Amélie ha addirittura dichiarato di avere 60 romanzi già scritti chiusi in un cassettone. Nel suo testamento ha scritto che potranno essere pubblicati solo 75 anni dopo la sua morte.
60 romanzi che non leggerò mai.
Eppure oggi questo pensiero non mi turba.

Perché abbiamo intervistato Amélie Nothomb.

Ho parlato con Amélie.
E' tardissimo, sono arrivata a casa da poco, sono stanchissima.
Ma la mia giornata è completa.

Questo è uno di quei giorni che metti da parte, in un angolino della tua mente, per lasciare che ti riscaldi il cuore in uno di quegli altri giorni, quelli "giù", in cui tutto va storto.
Ecco, la prossima volta che perderò l'autobus, mi ammalerò, litigherò, sarò stressata, andrà male un lavoro o l'amore...penserò a oggi.

E devo dire grazie alla mia passione che mi ha portato a "cercare" questo incontro virtuale e a organizzarlo in meno di tre giorni (con il week end di mezzo), e grazie al mio insostituibile "angelo" siciliano che si è prodigata per fare in modo che tutto riuscisse nel migliore dei modi e ha condiviso con me questi folli preparativi. E grazie ai miei radio-colleghi che hanno realizzato con me l'intervista e hanno ben sopportato la mia ossessione per Amélie!

Lei è poi di una gentilezza disarmante. Tra l'altro raccontava che mtà della sua giornata la passa a rispondere alle lettere dei fan che le scrivono. E infatti...


A noi ha parlato di tante cose, delle voci che sente, delle sue ossessioni e passioni, senza mai essere banale. Del resto non mi aspettavo niente di "normale" da lei!
L'altra notizia è che è finalmente uscito anche in Italia il suo ultimo libro, Né di Adamo né di Eva, in cui torna a parlare del Giappone dopo l'affascinante e poetica descrizione che ne ha fatto ne La metafisica dei tubi e la discesa agli inferi delle imprese nipponiche che racconta in Stupore e tremori.

"Stupore e tremori poteva dare l'impressione che tornata da adulta in Giappone fossi soltanto la più disastrosa delle impiegate. Né di Eva né di Adamo rivelerà che nello stesso periodo e nello stesso paese sono stata anche la fidanzata di un tokiota molto singolare."

Che dire se non buona lettura?

Umore: commossa

BAx
Saki







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