I mondiali di Goteborg si avvicinano. E io ci sarò! Non ci avrei scommesso un H.
E a proposito di questo, chi mai scommetterebbe un H su qualcosa? E soprattutto quanto vale un H? E se vinci cosa ottieni in cambio? Una I o una L? O magari una Z?
I detti emiliani sono anche più difficili da decifrare delle emiliane...
Ma passiamo a cose più importanti, naturalmente rimanendo in tema pattinaggio...
Come ogni anno quando si avvicinano le grandi competizioni, vengono fuori gli "altarini". Ovvero tutto quello che non si è saputo delle ultime competizioni e che potrebbe essere determinante per le prossime. Ovvero il motivo per cui Johnny Weir non è andato ai Quattro continenti (dove tre l'altro Lysacek si è classificato terzo) e forse quello per cui non ha vinto i Nazionali, errori di calcolo a parte.
Si è scoperto che tre giorni prima dei Nazionali americani, il nostro cignetto isterico Johnny si è infortunato alla schiena. Invece di allenarsi prima di partire per Saint Paul è stato sottoposto a diverse sessioni di terapia intensiva, ma nonostante questo il giorno della partenza per i campionati non riusciva neanche a sollevare la sua valigia.
Galina (la sua allenatrice) e Viktor (Petrenko) lo hanno accompagnato nel viaggio senza lasciarlo un secondo neanche dopo l'arrivo a Saint Paul facendo di tutto per non far trapelare la notizia del suo infortunio.
Se vi state chiedendo perché, significa che non state tenendo conto del fatto che il pattinaggio è uno sport in cui il punteggio è assegnato da una giuria di esseri umani. Ammettere di essere infortunati e dunque non in perfetta forma equivale a dimezzare le proprie probabilità di vittoria: i giudici cercheranno istintivamente nel vostro programma e negli elementi tecnici che eseguirete le tracce del vostro infortunio. Nessuno può pattinare al meglio se sta male, dunque a meno probabilità di vincere di uno che sta bene. E considerando che Johnny partiva già svantaggiato agli occhi dei giudici nel confronto con il "fidanzato d'America" Lysacek, ha ben pensato di mettere in atto una delle sue strategie.
Ovvero, per distogliere l'attenzione dal suo infortunio e da tutti i particolari che avrebbero potuto rivelarlo, ha giocato più che mai a fare "Johnny la diva".
Il fatto che i suoi bagagli fossero portati da Petrenko e la borsa con costume e pattini da Galina?
"Mi piace essere coccolato prima di una gara"Il fatto che durante le sessioni di allenamento non ha provato neanche un salto e solo accennato la coreografia dei suoi programmi?
"Non volevo rovinare il mio nuovo costume da allenamento cadendo su un salto che tanto so di saper fare. Sapete quanto ci ho messo a cucire tutte quelle paillettes?".Il fatto che andasse e venisse dalla pista in macchina invece che in pullman come tutti gli altri?
"Non sono come tutti gli altri. Non sono un tipo di compagnia, ho bisogno della mia privacy"In realtà Johnny si è sottoposto segretamente a varie ore di terapia durante tutta la sua permanenza a Saint Paul fino a meno di un'ora prima di entrambi i suoi programmi di gara.
"Non ho detto a nessuno dell'infortunio perché non volevo che anche questo diventasse oggetto di speculazioni o critiche. Per Johnny Weir è vietato presentarsi a una competizione dicendo che è infortunato. E' sicuramente una scusa perché sa già che non sarà all'altezza. O un modo per influenzare i giudici perché sa di non poter vincere in modo onesto. O un mezzuccio per attirare l'attenzione perché è il solito ragazzino viziato. O tutte e tre le cose"Subito dopo il suo programma corto Johnny è tornato in ospedale e da lì ha seguito la fine della competizione.
Prima del programma lungo, altra sessione di terapia.
"Nonostante tutto ero fiducioso. Potevo essere più forte del mio infortunio, se non pensavo al fatto che non sentivo braccia e gambe a causa della terapia. Prima di scendere in pista ho guardato il ghiaccio cercando di stabilire un contatto, di dirgli "sei mio", ti domino".A quanto pare ha funzionato.
"Riuscire a completare quel programma, a pattinare come ho pattinato, nonostante tutto, ottenere quel punteggio, è stato incredibile. Ero così felice che davvero non me ne poteva fregare di meno del piazzamento finale".Bella storia edificante? A me sembra l'ennesima riprova che per gareggiare ad alto livello in uno sport molto competitivo devi avere una vena di follia. Competere con un infortunio del genere rischiando la paralisi? Nel mondo dei "normali" è da fuori di testa. Nel mondo del pattinaggio è assolutamente normale. Johnny non è il primo né l'ultimo che fa qualcosa del genere.
Oksana Baiul (campionessa olimpica e forse non casualmente allenata sempre da Galina...) eseguì il suo programma libero con un'evidente fasciatura rigida al polpaccio, durante l'allenamento del giorno prima un'altra atleta le aveva letteralmente tranciato la gamba con la lama del pattino. Ritirarsi? Non è contemplato.
Elvis Stoiko pattinò alle Olimpiadi con un infortunio all'inguine, 40 di febbre per un'influenza intestinale e una caviglia incrinata. E in queste condizioni eseguì due quadrupli. Vincendo la medaglia d'argento.
Alexei Yagudin ha pattinato per anni con un serio problema all'anca, continuare a eseguire quadrupli ha lentamente consumato la cartilagine intorno alle ossa e poi le ossa stesse. Avrebbe dovuto operarsi già nel 2000, ma sapendo che non avrebbe più potuto pattinare ad alti livelli ha aspettato fino al 2007. Nel frattempo ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Più volte.
Questi i primi che mi sono venuti in mente, ma il mondo del ghiaccio è pieno di storie del genere.
E ora per risollevare l'atmosfera, qualche nuovo Weirismo!
Su come Johnny ha passato il Natale:
"E' stato fantastico passare il Natale a casa quest'anno, perché ho ricevuto esattamente quello che volevo: una Swiffer WetJet! Naturalmente ero anche felice di rivedere i miei..."La descrizione del suo programma corto ai Nazionali:
"La telecamera stacca su di me, sono in piedi al centro di un immenso ovale di ghiaccio nell'ennesima tutina aderente coperta di brillantini mentre aspetto di sentire le prime note di una musica dolce, tintinnante, suonata al pianoforte. Dopodiché pattino divinamente"Sul suo secondo posto ai Nazionali:
"Il monitor mostrava lo stesso punteggio sia per me che per Evan, ma mi fido poco della tecnologia perciò non riuscivo a capire. Poi è venuto fuori che ero secondo. Non avrei mai pensato ci potesse essere un ex-equo con il nuovo sistema di punteggio, ma a quanto pare tutto è possibile. Accetto il secondo posto. Non mi ci metto neanche a tentare di battere un computer, perciò mi accontento di sapere che ho vinto l'argento e non l'oro. Con questo sistema il computer ha sempre ragione. Lasciatemi dire però che è una cosa da pazzi"Sulle manifestazioni di protesta per il suo secondo posto ai Nazionali:
"Ho saputo che c'è gente che si è messa a rifare manualmente tutti i calcoli e altri che hanno messo in dubbio la credibilità e l'accuratezza dei sistemi di calcolo computerizzati. Ma il risultato mi va bene e se va bene a me dovrebbe andare bene a tutti. Se non vinci oggi, impegnati di più e vincerai domani"Sul fatto che non ha lasciato la pista tra il programma libero e l'esibizione finale che si teneva dopo 3 ore.
"Ho preferito rimanere alla pista e riposarmi su un divanetto. Non avrei mai avuto la forza di tornare fino all'albergo, che era a ben 5 minuti di distanza dalla pista!"Sui prossimi mondiali in Svezia.
"Sono di origini norvegesi e quindi scandinave perciò sono felicissimo di gareggiare in Scandinavia, sarà come giocare in casa e poi in Svezia non ci sono mai stato!"Sulla rivalità con Lysacek:
"Dateci un taglio. Sì, gareggiamo l'uno contro l'altro. No, nessuno dei due vuole perdere. Sì, dobbiamo farci i conti. Sì, parliamo l'uno dell'altro. No, non saremo mai migliori amici. E' uno sport. Ci alleniamo duramente tutti e due, facciamo tutti e due del nostro meglio in gara, siamo tutti e due americani, ta-daaa!"Sulla sua pettinatura "spettinata" ai Nazionali:
"I capelli sono un'altra di quelle cose divertenti, per gli altri, che mi capitano continuamente. Tipo quando inciampo salendo le scale o rovescio il caffè sui sedili della macchina. Sono tipiche manifestazioni del mio essere"Sui suoi commenti:
"Faccio di tutto per non dire niente di avventato o stupido. Ma se per caso l'ho fatto e ho offeso qualcuno, scusatemi. Del resto non dicono tutti che sono uno che "ostenta e fa la diva"? Devo mantenere la mia reputazione".