martedì 7 settembre 2010

I'm still here...per davvero?

§Eroi e antieroi§

Che sia vero o falso questo è uno degli esperimenti più interessanti degli ultimi anni, documentaristicamente parlando. Presentato alla mostra del cinema di Venezia 2010, I'm still here (regia di Casey Affleck), racconta "l'anno perduto di Joaquin Phoenix", secondo il sottotitolo ufficiale.

Attore più volte nominato agli Oscar, acclamato da critica e pubblico, nel 2008 e nel bel mezzo del tour promozionale per il suo ultimo successo, Two lovers, Joaquin annuncia il suo ritiro dalle scene. Tutti pensano a un gigantesco scherzo. Ehi, Ashton Kutcher salta fuori da dietro quel paravento! La cosa sembra ancora più assurda quando Joaquin, il bel volto ormai completamente nascosto da un fluente barbone e gli occhi blu oscurati dagli ormai onnipresenti occhiali da sole, afferma di volersi rilanciare come artista hip hop. Seguono una serie di interviste "al limite", tra cui quella con David Letterman che conclude con la celebre chiosa "Joaquin, mi spiace che tu non sia potuto venire stasera". Pubblico e giornalisti sono costantemente in bilico tra l'angosciosa sensazione che una tragedia umana si sta consumando in diretta televisiva e l'incredulità che vuole sciogliersi in una risata liberatoria. Una risata che non riesce mai a scoppiare completamente, perché Joaquin non lascia mai cadere la sua maschera di tormento e disagio. Mai. In un anno intero. Mentre i mesi passano e quelle che ormai vengono definite "le follie di Joaquin" si susseguono, la risata liberatoria che tutti si attendono tarda ad arrivare, ma nessuno vuole credere che non arriverà mai. Perchè è ovvio che quando finalmente Joaquin si deciderà a rasarsi e togliersi quegli occhiali scuri per guardare il suo pubblico nel profondo, come solo lui sa fare, per poi strizzare l'occhio divertito, perché sì, questa è stata la mia migliore interpretazione e vi ho portato tutti con me in questo viaggio, altro che Oscar, scoppieremo a ridere tutti insieme, lui con noi, noi con lui. Perché questa è Hollywood baby. O no?
Nel 2009 finalmente qualcosa di rassicurante. Casey Affleck, fratello del più celebre Ben che l'ha diretto nello struggente Gone baby Gone, annuncia il suo primo film da regista: un documentario che segue passo passo la vita di suo cognato Joaquin Phoenix, dopo l'annuncio del suo ritiro dalle scene e nei suoi fallimentari tentativi di diventare un artista hip hop.
"Non voglio più interpretare il personaggio di Joaquin" commenterà l'attore e "la mia vita sta diventando un film su me che non voglio fare un film". E a commento delle sue disastrose escursioni nel mondo dell'hip hop "Il sogno è troppo grande o è solo il sogno sbagliato?"

Vero, falso. Documentario o mokumentario. Pubblica e critica sono divisi. Forse la crisi di Joaquin è reale, forse è la più grande prova d'attore mai data dopo Greta Garbo, certo è che questo film apre una serie di domande ma lascia al suo pubblico l'onere di cercare delle risposte.
Una crisi personale è vera se si dipana di fronte all'obiettivo di una telecamera, pubblicamente? Joaquin ha vissuto quest'anno realmente o le telecamere che lo hanno seguito ovunque hanno reso finto ogni suo gesto? Un attore è mai davvero se steso davanti alle telecamere? Fino a che punto si può parlare di verità brutali e quando invece si oltrepassa la soglia dell'esibizionismo? E soprattutto Joaquin Phoenix è davvero ancora qui con noi?
Dopo la fine delle riprese i suoi gesti e le sue giornate sono stati inghiottiti nel nulla dell'anonimato di una vita lontana dai riflettori, siano essi quelli di un palcoscenico o di un set. Alla conferenza stampa dedicata al film l'assenza di Joaquin è suonata come una nota stonata, o forse come la prova definitiva che sì, tutto quello che abbiamo visto nel film è vero. O forse, come urla Joaquin in una delle scene del documentario, arrampicato sulla cima di un albero, subito dopo la sua disastrosa performance al David Letterman Show, "Sono destinato a essere un dannato scherzo da qui all'eternità". E noi con lui.
Ed ecco il trailer.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Clementina! Ti leggo sempre, il tuo blog mi piace :) Sono una fan di Johnny Weir, e a tal proposito ti vorrei chiedere: sai dirmi qual'è il sito di quell'artista coreana (credo si chiami Sin) che ha disegnato dei bellissimi ritratti di Johnny? Ho perso il link del sito e non riesco a ritrovarlo :( Ho bisogno di rivedere quei disegni, mi dai una mano? Sono sicura che hai presente il sito e la disegnatrice di cui parlo, aiutooooo!!!! Mi puoi contattare su Twitter? Ho solo quello! Mandami un tweet a @PaolaInItaly (il mio account), o se non puoi twittare allora rispondimi qui sul blog, ok? GRAZIE!!!! <3 Ciao Clementina! :)

咲 §^__^§ ha detto...

Ciao Paola!
So benissimo a chi ti riferisci...è un mito quella ragazza!
Ecco il link al suo archivio.
http://jweir.net/
So che ha fatto anche qualcosa di nuovo ma su siti Koreani sigh...di quelli non ho il link!
Mhh come avrai capito non ho twitter ma possiamo comunicare tramite blog!

E grazie per i complimenti!