martedì 23 febbraio 2010

Le parole stanno a zero

§Pattini d'argento§
Il mondo del pattinaggio è uno strano mondo.
Un mondo in cui può accadere una rivoluzione e al tempo stesso vincere la tradizione nella stessa sera.
Ieri a tarda notte (o stamattina presto a seconda di come vediate le giornate) la danza è scesa sul ghiaccio di Vancouver.
I favoriti dopo l'ingiustificato oro ai Campionati Europei erano i russi DOMNINA Oksana /
SHABALIN Maxim. Favoriti perché avevano già altre medaglie pesanti al collo, favoriti perché la Russia dopo l'imprevedibile secondo posto di Plushenko non aveva (e non avrebbe più avuto) una medaglia d'oro nel pattinaggio di figura. Favoriti nonostante un infortunio che da tempo ormai ha dato un freno potente al loro talento e al loro modo di pattinare. Favoriti. Punto. Eppure oggi la danza su ghiaccio è ben altro. Oggi la danza sono i canadesi Tessa VIRTUE /Scott MOIR e gli americani Meryl DAVIS / Charlie WHITE.

Giovani, moderni, nati e cresciuti nel nuovo sistema di punteggio e quindi completamente a loro agio nelle complesse (e fumose) composizioni di componenti tecniche e artistiche. Capaci di associare una tecnica pulita e perfetta a una vena artistica e a uno stile purissimo.
Oggi la danza sono i programmi intensi e intimi di Federica FAIELLA / Massimo SCALI, due che sul ghiaccio non si limitano a pattinare in maniera fluida e pulita, ma sanno anche raccontare una storia. La loro storia. La nostra. Il loro programma libero pattinato sulle note de "Gli Emigranti" di Nino Rota è un omaggio agli emigranti italiani, alla loro lotta per emergere, alla forza con cui mantengono stretto il legame con la loro cultura di origine. Ma è anche stato un modo per condividere il loro vissuto, il loro stato d'animo. Anche Federica e Massimo sono emigrati, anche se non si possono definire propriamente degli "emigranti". Anche loro hanno sofferto la distanza, geografica e affettiva, dalla loro patria, dalla loro famiglia, dai loro amici. In America hanno trovato le condizioni di allenamento migliori che potessero avere, ma hanno sacrificato parte del loro spirito, parte del loro privato.
Il loro programma racconta questa complessa alternanza di gioia e dolore, la difficoltà di battersi ogni giorno per resistere, per conservare la propria identità pur dovendosi adattare a nuovi panorami, nuovi sapori, nuove voci.
Agli Europei grazie all'intensità della loro interpretazione non solo in questo programma, ma anche nell'original, dove hanno portato una musica folkloristica italiana sul ghiaccio,hanno battuto agli Europei proprio la coppia russa in due programmi su tre. Eppure sono rimasti secondi, perché le giurie hanno premiato in maniera così spropositata i russi nel primo programma (quello obbligatorio) che recuperare il gap nelle fasi successive della gara è stato impossibile.
Paradossalmente con il vecchio punteggio avrebbero vinto gli Europei.

L'inizio della gara olimpica sembrava aver confermato il tradizionale andamento delle cose.
I russi primi, senza che neppure un giudice battesse ciglio.
Dietro tutti i migliori. Federica e Massimo quinti.

L'original però sembra aprire una breccia nel muro di un giudizio che sembra già deciso prima che gli atleti scendano sul ghiaccio.
Canadesi e americani passano al comando. Anche perché la danza folkloristica proposta dairussi sembra una parodia delle danze aborigene e solleva l'unanime critica di pubblico e giurie.
Nonostante un grandissimo original Federica e Massimo rimangono relegati al loro posto. Messi in fila come bravi soldatini. Dal kiss and Cry sorridono, soddisfatti di se stessi, giustamente, anche se non premiati dal giudizio. Dopo la gara sottolineano con forza che non è ancora finita, che sono pronti a lottare per dimostrare che meritano il podio.

Il libero regala al mondo del pattinaggio un piccola rivoluzione. Canadesi e Americani regalano due performance stellari. l futuro è già qui. E il punteggio lo dimostra.
Tra queste due coppie stilisticamente opposte, ma ugualmente ineguagliabili scendono Federica e Massimo, dimostrando che anche loro hanno qualcosa da dire, se non da dimostrare, sul ghiaccio. Sembrava impossibile, ma riescono a ricreare la magia degli Europei. Il pubblico è silenziosamente incantato prima di scoppiare in un applauso liberatorio.
Federica e Massimo superano il loro personal best, significa che ottengono il miglior punteggio della stagione.
Ma non basta per tenerli davanti agli americani, troppo distacco nelle due fasi di gara precedenti.
Soprattutto non basta a tenerli davanti a quei russi che regalano la performance più appannata della serata. Eppure guadagnano un bronzo olimpico.

Ecco in questo bronzo c'è il simbolo di un cambiamento e al tempo stesso la traccia di una consuetudine che continua ad avvelenare la danza su ghiaccio e ne sporca la purezza.

Il cambiamento sta nell'oro di Virtue e Moir, nell'argento di Davis e White. La rivoluzione sta in due ventenni canadesi che conquistano il gradino più alto del podio con la sola forza del loro talento. La novità è che nella notte olimpica è stato premiato chi ha pattinato meglio e non chi doveva vincere per conservare degli equilibri politici.

La consuetudine sta proprio nel bronzo dei russi. Un bronzo che, sul ghiaccio, hanno dimostrato di meritare americani e italiani, ma che non poteva che essere dei russi. Perché da cinquant'anni a questa parte non c'è podio olimpico della danza che non veda dei russi su uno dei gradini.
Perché relegare i russi al quarto o quinto posto avrebbe voluto dire condannare anche i giudici che li avevano tenuti sul gradino più alto agli Europei.

Così questa è stata una notte rivoluzionaria. Nel suo commento Maurizio Margaglio ha mostrato un'evidente commozione, una gioia incontenibile nel vedere riconosciuta l'evidenza del talento. Finalmente. Lui che, insieme a Barbara Fusar Poli, ha sempre lottato strenuamente per infrangere il muro della consuetudine, l'abitudine a giudicare la bandiera prima dell'atleta.
Ha ragione Maurizio a gioire.
Qualcosa è cambiato. Molto ancora deve cambiare, perché il quinto posto di Federica e Massimo proprio non si può vedere. Come non si può vedere il 15 posto nel libero di Anna CAPPELLINI / Luca LANOTTE (12 posto finale). Perché come Federica e Massimo, anche Anna e Luca hanno regalato nel loro libero tanta energia e bellezza da lasciare incantato lo stadio olimpico e strappare applausi a scena aperta dal pubblico canadese. Questo non li ha protetti da un giudizio ingiustificabile. La loro bandiera non li ha protetti.
Quindi qualcosa è cambiato. Una porta si è aperta. Ora bisogna avere il coraggio di oltrepassare la soglia.

E se volete vedere quello di cui sto parlando. Fate un salto nell'altra pagina...magari un triplo axel. Ecco i video.




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