sabato 27 febbraio 2010

Johnny Weir è Oscar Wilde

$Pattini d'argento$
Durante la diretta del programma libero maschile due commentatori del Quebec, Goldberg and Mailhot, hanno preferito concentrarsi sulla mascolinità e le inclinazioni sessuali degli atleti piuttosto che sulla loro tecnica o sulle inclinazioni artistiche. Quando Johnny Weir è sceso sul ghiaccio i due speaker hanno insinuato che i giudici gli avessero dato un punteggio basso non perché avesse pattinato peggio degli altri, ma perché rappresentava un "cattivo esempio". Per paura che, guardandolo ottenere dei buoni risultati nello sport, tutti i ragazzini che avessero intrapreso la carriera di pattinatori sarebbero diventati come lui. Ridendo, i due del Quebec hanno chiesto che venisse effettuato un test per accertare il sesso del pattinatore, un test di gender che avrebbe provato una volta per tutte che Johnny Weir avrebbe dovuto pattinare tra le donne e non tra gli uomini.

Quando Johnny Weir ha indetto una conferenza stampa per rispondere alle dichiarazioni dei due commentatori canadesi, tutti si aspettavano un "j'accuse". O magari una richiesta di scuse pubbliche. O ancora una scenata degna di una diva che attacca e poi se ne va sbattendo la porta.

I giornalisti di tutto il mondo, già presenti a Vancouver per le Olimpiadi si sono precipitati alla conferenza stampa, pronti a scrivere il nuovo scoop sul pattinatore flamboyant (leggi: barocco, sgargiante, ma anche eccessivo) per eccellenza.



E sono rimasti delusi. Dapprima. Sorpresi. In un secondo momento. Ammirati. Una volta usciti dalla sala conferenze.

Perché Johnny Weir ha dato ai due commentatori del Quebec, a tutti quelli che si sentono rappresentati da chi ha bisogno di attaccare gli altri per affermarsi, e a tutti i giornalisti che lo hanno sempre accusato di essere eccessivo e incontrollato nelle reazioni, una lezione di classe ed educazione.

La stessa educazione che gli ha consentito di sopravvivere, se non indenne almeno fortificato, a tutti gli anni passati sotto i riflettori e sotto il torchio dei media. Non sempre per sua scelta.

La stessa educazione che ha richiamato ma che soprattutto ha mostrato nel discorso che ha fatto durante la conferenza stampa.


Non c'è stato un momento in cui il suo tono sia apparso rabbioso. Non una domanda di fronte alla quale abbia indietreggiato o a cui si sia sottratto. Non un attimo in cui nella sua voce si sia intravista la vergogna o la paura.

Ha iniziato ringraziando i suoi sostenitori, i suoi amici e la sua famiglia che lo hanno fatto sentire come se avesse comunque vinto qualcosa in queste Olimpiadi.
Ha scherzato sul fatto di essersi lasciato crescere un po' di barba in occasione della conferenza, per mostrare ai due commentatori del Quebec che è, in effetti, un uomo.
Ma il tono leggero si è subito fatto serio quando ha parlato dell'educazione ricevuta dai suoi genitori.

"Sfido chiunque a criticare il modo in cui i miei genitori mi hanno cresciuto, a mettere in questione i sentimenti e gli ideali attraverso cui hanno educato me e mio fratello che è completamente diverso da me eppure è venuto su nella stessa famiglia".

E la sicurezza con cui ha detto queste frasi ha senza dubbio reso i suoi genitori più orgogliosi di qualunque medaglia.

"Auguro a qualunque bambino di poter crescere come sono cresciuto io, in un ambiente che li faccia sentire liberi di essere se stessi e di esprimere se stessi completamente".

Quando gli è stato chiesto che tipo di azioni voleva fossero intraprese contro i due telecronisti, Johnny ha dichiarato di dare ancora grande valore alla libertà di parola e che in nessun caso la sua replica voleva essere un modo per danneggiare la carriera dei due commentatori né una richiesta di scuse ufficiali.

"Non voglio le loro scuse. Non ne ho bisogno. Ma è stato messo in questione perfino il mio sesso. Ho voluto che la cosa fosse gestita pubblicamente perché il commento di questi due signori è stato pubblico e perché non voglio che fra 50 anni un altro ragazzo o un'altra ragazza debbano affrontare di nuovo tutto questo, debbano vedere la realtà della loro vita messa in dubbio solo per strappare qualche risata o per alzare gli ascolti di un programma televisivo".

Allora cos'è che vuole dire Johnny Weir ai due commentatori con questa conferenza?

"Voglio che pensino. Voglio che pensino all'effetto che le loro parole hanno, non solo sulla persona di cui stanno parlando, ma su tutte le altre persone che sono come lui o lei. Voglio che pensino all'effetto che certe frasi possono avere su dei ragazzini che non hanno la fortuna di crescere con due genitori come i miei e su dei genitori che potrebbero cominciare a farsi delle domande sulla libertà che stanno lasciando ai loro figli. Voglio che prima di parlare, pensino".

A due uomini che lo hanno criticato non come atleta, non come personaggio pubblico, ma come persona, Johnny Weir non chiede delle scuse pubbliche, come avrebbero voluto le associazioni gay di mezzo mondo, non muove una denuncia, come lo hanno sollecitato a fare la federazione americana e anche quella canadese. No. A quei due uomini Johnny Weir chiede di pensare.

E non lo chiede solo a loro. Il suo tono pacato e la maturità con cui ha gestito questo momento di definizione chiedono a tutti di pensare. Anzi di ripensare alle supposizioni e alle facili etichette che diamo alle persone che ci confondono o che non capiamo o che ci irritano o che ci spaventano.

"L'immagine che ogni pattinatore proietta sul ghiaccio o in pubblico è superficiale. Tutti mi guardano e vedono solo il pattinatore eccessivo e barocco che pattina con costumi piumati e si mette in testa una corona di rose rosse. Ma questo è solo un riflesso di quello che sono. Solo che tutti guardano il riflesso e non si prendono quei due minuti in più per guardare l'immagine che ha prodotto quel riflesso. Tutti credono di conoscermi, perché sono un personaggio pubblico, ma solo poche persone, quelle che mi conoscono davvero sanno cosa c'è qui e qui"
E Johnny indica la mente e il cuore con due gesti leggeri, quasi timidi.

Per Johnny questa conferenza non è stata un modo per scaricare o rendere pubblica la propria rabbia nei confronti di accuse così basse e vigliacche, rabbia che c'è stata come lui stesso ha ammesso "perché non sono il tipo che si mette a piangere o si chiude nel suo angolo di fronte a un attacco del genere, anzi il mio primo istinto è stato di alzare la testa e reagire, solo che non volevo che tutto si trasformasse in una partita di ping pong".

No. Johnny ha fatto in modo che questo diventasse un momento di formazione, per tutti quelli che si sono presi quei due minuti in più per ascoltarlo e per guardare oltre le pellicce, le rose rosse, il trucco di scena.

Perché "la cosa più importante che puoi fare nella vita è trasformare una cosa orribile in qualcosa di bello".

E allora qualcosa ha fatto click. Non solo in me, che seguo Johnny ormai da un po' di tempo, ma anche in molti altri. Giornalisti compresi. In particolare Trey Graham, non a caso esperto d'arte più che di sport, che per primo ha fatto l'azzardato paragone del titolo di questo post.

Johnny Weir non è solo quell'ormai abusato aggettivo "flamboyant". Non è solo uno che chiede disperatamente attenzione, come tanti altri. Non è un drogato della moda o del fashion, nonostante la fashion week sia per lui come l'acqua 8e per fare questa conferenza vi ha rinunciato ndb). No.

Johnny Weir è molto più pericoloso perchè Johnny Weir è Oscar Wilde.

E prima di replicare a questo pensate.

Johnny Weir, come Oscar Wilde prima di lui, è un personaggio la cui sessualità e il cui modo irriverente di giocare con i caratteri del maschile e del femminile sono molto meno interessanti del suo senso estetico.

"La cosa più importante nella vita è fare qualcosa di bello".

Questa tensione verso il valore del "bello" è ciò che accomuna davvero Weir e Wilde (e l'assonanza dei due cognomi, così come il loro significato, forse non è un caso, se è vero che nel nome sta il nostro destino).
Per Oscar Wilde, così come per Johnny il "bello" nel senso più ampio del termine (che richiama il kalos kai agazos greco per cui bello è anche buono e viceversa) è un fine in sé.
Così come Wilde cercava questo ideale di "bellezza" nella sua produzione artistica (una bellezza che come nei romantici sfiorava spesso la soglia dell'orrore più cupo, o del "terrific" che è terrificante ma nel senso di straordinariamente bello), Weir lo ricerca nelle sue performance artistiche: "voglio trasportare le persone su un altro pianeta quando pattino, voglio che si ritrovino nel mondo dei sogni".
Una bellezza che è tale perché è fuori dalla realtà. Fuori dall'ordinario.

E proprio qui è il punto. Forse non verrà mai il tempo in cui persone con un senso estetico così fuori dall'ordinario, così fuori dai canoni tradizionali, non saranno additate e derise pubblicamente.

E forse il punto è un altro. Il punto è come queste persone così fuori dall'ordinario rispondono a queste provocazioni così ordinarie da essere triviali.

Perché alla fine l'unico peccato, se un peccato si vuole individuare, in tutta questa storia è la superficialità e come scriveva Oscar Wilde:

"Una rosa rossa non è egoista perché vuole essere una rosa rossa. Sarebbe terribilmente egoista se volesse che i fiori del giardino fossero tutti rossi e tutte rose. "



Potete vedere estratti della conferenza qui.




Ma giusto per non dimenticarci che Johnny è sempre Johnny ecco un piccolo estratto dalla sessione domande e risposte seguite alla conferenza stampa...voltate pagina!E tornate a sorridere con Johnny...perché nelle cose orribili bisogna sempre saper trovare qualcosa di bello...
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martedì 23 febbraio 2010

Le parole stanno a zero

§Pattini d'argento§
Il mondo del pattinaggio è uno strano mondo.
Un mondo in cui può accadere una rivoluzione e al tempo stesso vincere la tradizione nella stessa sera.
Ieri a tarda notte (o stamattina presto a seconda di come vediate le giornate) la danza è scesa sul ghiaccio di Vancouver.
I favoriti dopo l'ingiustificato oro ai Campionati Europei erano i russi DOMNINA Oksana /
SHABALIN Maxim. Favoriti perché avevano già altre medaglie pesanti al collo, favoriti perché la Russia dopo l'imprevedibile secondo posto di Plushenko non aveva (e non avrebbe più avuto) una medaglia d'oro nel pattinaggio di figura. Favoriti nonostante un infortunio che da tempo ormai ha dato un freno potente al loro talento e al loro modo di pattinare. Favoriti. Punto. Eppure oggi la danza su ghiaccio è ben altro. Oggi la danza sono i canadesi Tessa VIRTUE /Scott MOIR e gli americani Meryl DAVIS / Charlie WHITE.

Giovani, moderni, nati e cresciuti nel nuovo sistema di punteggio e quindi completamente a loro agio nelle complesse (e fumose) composizioni di componenti tecniche e artistiche. Capaci di associare una tecnica pulita e perfetta a una vena artistica e a uno stile purissimo.
Oggi la danza sono i programmi intensi e intimi di Federica FAIELLA / Massimo SCALI, due che sul ghiaccio non si limitano a pattinare in maniera fluida e pulita, ma sanno anche raccontare una storia. La loro storia. La nostra. Il loro programma libero pattinato sulle note de "Gli Emigranti" di Nino Rota è un omaggio agli emigranti italiani, alla loro lotta per emergere, alla forza con cui mantengono stretto il legame con la loro cultura di origine. Ma è anche stato un modo per condividere il loro vissuto, il loro stato d'animo. Anche Federica e Massimo sono emigrati, anche se non si possono definire propriamente degli "emigranti". Anche loro hanno sofferto la distanza, geografica e affettiva, dalla loro patria, dalla loro famiglia, dai loro amici. In America hanno trovato le condizioni di allenamento migliori che potessero avere, ma hanno sacrificato parte del loro spirito, parte del loro privato.
Il loro programma racconta questa complessa alternanza di gioia e dolore, la difficoltà di battersi ogni giorno per resistere, per conservare la propria identità pur dovendosi adattare a nuovi panorami, nuovi sapori, nuove voci.
Agli Europei grazie all'intensità della loro interpretazione non solo in questo programma, ma anche nell'original, dove hanno portato una musica folkloristica italiana sul ghiaccio,hanno battuto agli Europei proprio la coppia russa in due programmi su tre. Eppure sono rimasti secondi, perché le giurie hanno premiato in maniera così spropositata i russi nel primo programma (quello obbligatorio) che recuperare il gap nelle fasi successive della gara è stato impossibile.
Paradossalmente con il vecchio punteggio avrebbero vinto gli Europei.

L'inizio della gara olimpica sembrava aver confermato il tradizionale andamento delle cose.
I russi primi, senza che neppure un giudice battesse ciglio.
Dietro tutti i migliori. Federica e Massimo quinti.

L'original però sembra aprire una breccia nel muro di un giudizio che sembra già deciso prima che gli atleti scendano sul ghiaccio.
Canadesi e americani passano al comando. Anche perché la danza folkloristica proposta dairussi sembra una parodia delle danze aborigene e solleva l'unanime critica di pubblico e giurie.
Nonostante un grandissimo original Federica e Massimo rimangono relegati al loro posto. Messi in fila come bravi soldatini. Dal kiss and Cry sorridono, soddisfatti di se stessi, giustamente, anche se non premiati dal giudizio. Dopo la gara sottolineano con forza che non è ancora finita, che sono pronti a lottare per dimostrare che meritano il podio.

Il libero regala al mondo del pattinaggio un piccola rivoluzione. Canadesi e Americani regalano due performance stellari. l futuro è già qui. E il punteggio lo dimostra.
Tra queste due coppie stilisticamente opposte, ma ugualmente ineguagliabili scendono Federica e Massimo, dimostrando che anche loro hanno qualcosa da dire, se non da dimostrare, sul ghiaccio. Sembrava impossibile, ma riescono a ricreare la magia degli Europei. Il pubblico è silenziosamente incantato prima di scoppiare in un applauso liberatorio.
Federica e Massimo superano il loro personal best, significa che ottengono il miglior punteggio della stagione.
Ma non basta per tenerli davanti agli americani, troppo distacco nelle due fasi di gara precedenti.
Soprattutto non basta a tenerli davanti a quei russi che regalano la performance più appannata della serata. Eppure guadagnano un bronzo olimpico.

Ecco in questo bronzo c'è il simbolo di un cambiamento e al tempo stesso la traccia di una consuetudine che continua ad avvelenare la danza su ghiaccio e ne sporca la purezza.

Il cambiamento sta nell'oro di Virtue e Moir, nell'argento di Davis e White. La rivoluzione sta in due ventenni canadesi che conquistano il gradino più alto del podio con la sola forza del loro talento. La novità è che nella notte olimpica è stato premiato chi ha pattinato meglio e non chi doveva vincere per conservare degli equilibri politici.

La consuetudine sta proprio nel bronzo dei russi. Un bronzo che, sul ghiaccio, hanno dimostrato di meritare americani e italiani, ma che non poteva che essere dei russi. Perché da cinquant'anni a questa parte non c'è podio olimpico della danza che non veda dei russi su uno dei gradini.
Perché relegare i russi al quarto o quinto posto avrebbe voluto dire condannare anche i giudici che li avevano tenuti sul gradino più alto agli Europei.

Così questa è stata una notte rivoluzionaria. Nel suo commento Maurizio Margaglio ha mostrato un'evidente commozione, una gioia incontenibile nel vedere riconosciuta l'evidenza del talento. Finalmente. Lui che, insieme a Barbara Fusar Poli, ha sempre lottato strenuamente per infrangere il muro della consuetudine, l'abitudine a giudicare la bandiera prima dell'atleta.
Ha ragione Maurizio a gioire.
Qualcosa è cambiato. Molto ancora deve cambiare, perché il quinto posto di Federica e Massimo proprio non si può vedere. Come non si può vedere il 15 posto nel libero di Anna CAPPELLINI / Luca LANOTTE (12 posto finale). Perché come Federica e Massimo, anche Anna e Luca hanno regalato nel loro libero tanta energia e bellezza da lasciare incantato lo stadio olimpico e strappare applausi a scena aperta dal pubblico canadese. Questo non li ha protetti da un giudizio ingiustificabile. La loro bandiera non li ha protetti.
Quindi qualcosa è cambiato. Una porta si è aperta. Ora bisogna avere il coraggio di oltrepassare la soglia.

E se volete vedere quello di cui sto parlando. Fate un salto nell'altra pagina...magari un triplo axel. Ecco i video.




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domenica 21 febbraio 2010

Il nuovo lenzuolo di Johnny

§Pattini d'argento§

E come ogni anno le Tre Gine si riuniscono per dare vita all'ormai famigerato "Lenzuolo di Johny". Quest'anno abbiamo giocato con il titolo del programma corto "I love you, I hate you" trasformandolo nello slogan "I love you, I heart you". Il costume che indossa Johnny è quello del corto e la scritta ne riprende colori e materiali. Johnny è incorniciato dalla fantasia della divisa ufficiale russa, un omaggio velato al suo amore per "all things russian". E ora bando agli indugi ed ecco le fasi della lavorazione




















Ed ecco il risultato finale...più o meno...
se volete qualche retroscena fate un salto nell'altra pagina...
ci siamo accorte sul filo del rasoio di aver dimenticato la scritta Johnny perciò stiamo recuperando...eh eh
Inoltre manca ancora la fase stiraggio per fissare i colori e la mitica lalla si occuperà di tagli, orli e cuciture finali.
Nota di colore...in sottofondo abbiamo seguito il Festival di San Remo da brave obsessive fan...del resto eravamo nella modalità giusta!

E ora speriamo solo che Johnny venga davvero ai Mondiali di Torino!!!
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venerdì 19 febbraio 2010

Chi ha vinto?

$Pattini d'argento$
Il prossimo mese, quando chiederete alla famosa casalinga di Voghera (leggi all'uomo/donna media) che ha seguito la finale di pattinaggio maschile alle Olimpiadi di Vancouver "chi ha vinto le Olimpiadi"? Vi sentirete probabilmente rispondere "AH boh. Non ha vinto Johnny Weir? Il cignetto impazzito che ha un suo reality in Tv?"
Il programma corto di Johnny sulle musiche di I love you I hate you è stato spettacolare, anche meglio di come l'ha pattinato ai nazionali americani. E non credevo fosse possibile...Eppure la giuria lo ha relegato in 6 posizione. Da quel momento è stato chiaro a tutti che la sua gara era già chiusa prima ancora della fine della competizione.

Eppure Johnny ha continuato a rimanere in "mentalità da gara" come se niente fosse.
Durante la conferenza stampa dopo il programma corto Evgeny Plushenko (in prima posizione provvisoria) afferma senza mezzi termini che chi non tenta il quadruplo è una "donnicciola", quelli che non tentano il quadruplo pattinano "da donne" e fanno regredire il pattinaggio. Sottolinea anche che faceva i tripli già a 12 anni e che il quadruplo è il futuro del pattinaggio.
Al di la' dell'evidente riferimento a Johnny e alla sua teoria secondo cui "il pattinaggio non dovrebbe essere una gara a chi fa piu' quadrupli", Plushenko è anche seduto accanto a Evan Lysacek (in seconda posizione provvisoria con un distacco di pochi centesimi) che nel periodo pre-olimpico aveva annunciato di aver "abbandonato" il quadruplo e di voler dimostrare che si puo' vincere anche senza.

Nel programma libero Solo Stephane Lambiel completa in maniera perfetta un quadruplo (dopo averne sbagliato pero' uno a inizio programma) e Plushenko salverà il suo "salto d'oro" con un colpo di reni e certo non con una buona resa scenica...

Lysacek fa un'ottima performance, anche senza quadruplo, ma il suo programma (e soprattutto le combinazioni triplo-doppio lasciano ampio spazio per "inserire" in classifica altri atleti, del resto pattina primo dell'ultimo gruppo di merito).
Johnny invece fa il programma della vita. Un errore su una trottola, purtroppo, apre il fianco a una serie di "interventi" della giuria che declassano quasi tutti i salti, nonostante siano ben eseguiti, solo perchè vengono fatti in momenti del programma diversi da quelli dichiarati. In sostanza i salti vengono eseguiti bene, in certi casi combinazioni triplo-doppio diventano addirittura triplo-triplo, ma declassati perchè fatti ad esempio alla fine e non all'inizio del programma.
Ma chi non ha davanti un technical score vede il miglior pattinaggio della serata.
Johnny regala il suo cuore e la sua storia agli spettatori assiepati sulle gradinate dello stadio Olimpico.
Galina, la sua allenatrice, gli raccolgie il volto fra le mani alla fine del programma e lo guarda commossa.
Petrenko lo abbraccia orgoglioso. Il ragazzino emotivo che non riusciva a completare una performance se faceva anche un solo errore durante il programma ha superato le sue paure e le sue debolezze. L'errore della trottola (da solo non sufficiente a strappargli la medaglia che avrebbe meritato) non lo ha fatto desistere. Anzi.
In una notte di performance appannate, Johnny brilla.
Quando escono i punteggi il pubblico è incredulo. Fischia.
Johnny è messo in quinta posizione, dietro a pattinatori che sono caduti e NON hanno eseguito il quadruplo.
Robin Cousins, campione del passato e non certo un appassionato di Johnny è, come lui stesso dichiara, "speechless". Senza parole. Non riesce a spiegare al pubblico e alla commentatrice che collabora con lui perchè Johnny sia fuori dal podio. Afferma che Johnny è stato giudicato troppo poco rispetto alla performance che ha fatto e soprattutto ripsetto alle performance degli altri.

E se non credete alle mie parole potete vedere con i vostri occhi il video del libero qui.

Tocca a Plushenko che sembra aver lasciato in conferenza stampa la sua spavalderia e la sua tranquillità. Sbaglia. Tanto. Tanto che pur sedendosi sul kiss and cry con un sorriso sicuro tradisce un certo nervosismo. E ha ragione. Lui che aveva dichiarato che senza quadruplo non si poteva vincere, perde. Con il quadruplo. Contro Lysacek che non lo ha eseguito volutamente.

Johnny nel frattempo è stato letteralmente incoronato vincitore dal pubblico. i fan gli hanno lanciato una corona di rose rosse. E lui ridendo se l'è messa in testa. Sorride, saluta.
Nel suo cuore ha vinto, perchè ha pattinato al meglio sul ghiaccio olimpico, dopo essersi "sciolto" sul ghiaccio di Torino nel 2006.

Questa volta il ghiaccio e il pubblico si sono sciolti di fronte a lui. Di fronte alla sua coerenza e al suo coraggio di essere sempre e comunque Johnny.

E mentre Plushenko scendeva dal podio indignato strappandosi la medaglia d'argento dal collo e sottolineando con scherno "Evan aveva bisogno della medaglia più di me"...Johnny rilascia tramite il suo twitter la dichiarazione "Congratulazioni ai medagliati. Grazie a tutti per avermi supportato e spero di non avervi deluso. Io sono fiero di quello che ho fatto".
La classe non è acqua...

La cosa positiva è che Johnny ha annunciato che sarà ai Mondiali di Torino con gioia di chi come me sarà a bordo pista...

E per tirarci su qualche foto fatta dalle Johnny's Angel durante la finale.

Ed ecco anche un video realizzato dalle Johnny's Angel per alleggerire l'atmosfera...fate un salto
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domenica 14 febbraio 2010

Istruzioni per insonni olimpici...ovvero quanto e quando stare svegli durante le Olimpiadi di Vancouver

§Pattini d'argento§
Chi mi legge da Vancouver sappia che la mia invidia è pari a quella di Era e Afrodite quando Paride ha dato la mela d'oro nata per "la più bella" a Elena...
Chi ha Sky si ricordi che quest'anno Murdoch e company hanno programmato il più alto numero di ore di diretta olimpica nella storia della televisione...quindi sfrutti il canale olimpico!!
Chi invece come me è relegato a una vita senza satellite, digitale e simili e sta disperatamente cercando gli orari di programmazione del pattinaggio ecco un piccolo aiuto da chi ha GIA' sciorbigato (leggi passato ore a cercare un palinsesto attendibile) su internet. Per vedere il palinsesto completo voltate pagina...e intanto la notizia del giorno è che anche Evan Lysacek ha rinunciato al quadruplo...ufficialmente per un problema al piede destro. A quanto pare a parte Plushenko e Joubert gli altri atleti della categoria maschile hanno adottato la "visione Johnny" ovvero "il pattinaggio non dovrebbe essere una gara a chi salta meglio ma a chi pattina meglio"...che dire meglio tardi che mai!.

PAIRS SP (15 febbraio 2010)
solo se prendete la tv svizzera RSI LA2 1.30 - 4.50 e in replica alle 14.15

PAIRS FP (16 febbraio)
RAI 2 e RAISPORT+ 1.30 - 6.00
RSI LA2 2.00 - 5.25

MEN SP (17 febbraio)
RSI LA2 2.00 - 5.30
RAI 3 e RAISPORT+ 4.00 - 5.30

MEN FP (19 febbraio)
RAI2 e RAISPORT+ 2.00 - 6.05
RSI LA2 4.15 - 6.00

DANCE OD (22 febbraio)
RAI 2 e RAISPORT+ 1.30 - 4.45

DANCE FD (23 febbraio)
RAI 2 e RAISPORT + 1.30 - 6.00

LADIES FP (26 febbraio)
RAI 2 e RAISPORT+ 2.00 - 6.00

GALA (28 febbraio)
RAI 2 e RAiSPORT+ 1.30 - 4.00

Come vedete mancano il corto delle donne e delle coppie di artistico...vabbeh accontentiamoci...

Se invece volete vedere tutto in differita di qualche ora...andate dal nostro cugino americano Eztv.it...
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